Tenyû hôin tsuitô Kubun kaishi (foglio con un’iscrizione e uno haiku) Riproduzione Pennello di Matsuo Bashô Secondo anno (1689) dell’era Genroku Un rotolo Originale: Santuario Shintoista Dewa Sanzan
Tenyû hôin tsuitô Kubun kaishi (foglio con un’iscrizione e uno haiku)
Riproduzione Pennello di Matsuo Bashô
Secondo anno (1689) dell’era Genroku Un rotolo
Originale: Santuario Shintoista Dewa Sanzan
Nel giugno del 1689 Bashô visitô il monte Haguro, una dei Tre Monti di Dewa, luogo importante per lo shugendô (culto sincretistico giapponese). Là gli chiesero di comporrre un brano di cordoglio in memoria di Tenyû hôin (hôin è il grado più alto per i monaci buddhisti), che, a quanto si tramanda, era riuscito a ridare vita ai templi del monte Haguro.
Il monte Haguro fu sin dai tempi antichi un fiorente luogo sacro dei culti montani. Nel 17mo secolo, all’inizio del periodo Edo, Tenyû ebbe un ruolo importante come bettô (capo) del monte Haguro: egli fece in modo che il monte Haguro aderisse alla setta buddhista Tendai (mentre prima aderiva alla setta Shingon) e riordinò gli edifici e il viale d’accesso al santuario. Ma Tenyû cadde in una trappola tesagli dai nemici politici e fu esiliato a Nîjima (un isoletta nel Pacifico, che appartiene attualmente alla prefettura di Tokyo), dove morì nel 1674.
Il brano in prosa di Bashô loda i meriti di Tenyû e poi, con un cambiamento improvviso di tono, lo compatisce per l’esilio a cui fu costretto.]
Il significato dello haiku Sono tama ya / Haguro ni kaesu / nori no tsuki è il seguente: i raggi di luna che splendono sul monte Haguro diventano la forza del buddhismo e faranno ritornare lo spirito di Tenyû hôin al monte Haguro.
Nella prefazione, Bashô ha modificato l’ideogramma “生” della quart’ultima riga in “徒”, e nello haiku ha modificato “無” in “其”. Bashô non ha cancellato gli ideogrammi originali con l’inchiostro: è un metodo di modifica detto misekechi. Ciò significa che dopo la trascrizione in bella copia, c’è stata un’ulteriore elaborazione. Risalta in questo modo l’onestà di Bashô.
La firma è quella ufficiale, Bashôan Tôsei. Si capisce che Bashô ha scritto la prosa e
lo haiku con un sincero rammarico per il destino di Tenyû.