Ammirando i kakejiku
Molte opere esposte nel Museo di Bashô sono calligrafie su carta di Matsuo Bashô stesso o dei suoi allievi. Sono chiamate sho (calligrafie), che in Asia Orientale sono considerate opere d’arte come i dipinti; sia per le calligrafie che per i dipinti si usano pennelli e inchiostro di china. Le linee sono variamente espressive, a volte realizzate con inchiostro denso, a volte più diluito: linee lunghe, corte, spesse, sottili, squadrate, scorrevoli… Sono l’espressione dei pensiero degli autori: ammiratele, cercando di immaginare che cosa essi avevano in mente.
Dietro alle pitture e alle calligrafie sono applicate carta e tessuto e all’estremità inferiore c’è un cilindro di legno che funge da peso, in modo da poter appendere i rotoli al muro per ammirarli; quando si ripongono, pitture e calligrafie vengono arrotolate intorno al cilindro. Questi rotoli verticali si chiamono kakejiku. Il tessuto applicato dietro a pitture e calligrafie serve a evitare di rovinarle toccandole direttamente e ha anche la funzione estetica di una cornice.